Progetto di MIGLIORAMENTO DELL’HABITAT – La costruzione di case in muratura

Obiettivo e settore di intervento:

Il progetto di costruzione di case in muratura è collocato all’interno del più ampio progetto di “Miglioramento dell’habitat” volto a migliorare le condizioni abitative della popolazione più emarginata della città di Posadas.

Durata:

Il progetto è stato implementato in più fasi durante gli anni 1992-2015

Area d’intervento:

Argentina, provincia di Misiones, città di Posadas – barrio San Jorge e Garupà

Il contesto:

Siamo negli anni ’80. All’epoca gli abitanti del barrio San Jorge provenivano principalmente dal vicino Paraguay e dalle zone rurali più interne della regione di Misiones: queste persone speravano di trovare nella città un miglioramento della loro qualità di vita. Invece hanno trovato: alti prezzi di affitto delle abitazioni, difficoltà di accesso al mercato del lavoro, mancanza di un pezzo di terra da coltivare per soddisfare il primario bisogno di cibo, “porte chiuse” a causa delle loro umili origini a fronte di un contesto generale di crisi economica e sociale dell’Argentina in quegli anni, condizione che successivamente si sarebbe acuita fino ad arrivare alla grande crisi degli anni 2000. Mancando altre opportunità, si sono stabilite su questo terreno di proprietà del comune e di enti privati, sul quale sorgeva una discarica adibita alla raccolta di rifiuti di vetro. Il terreno confina con un macello dove all’epoca, in vasche d’acqua a cielo aperto, si lavavano le carni appena macellate, acqua non pulita e maleodorante che poi confluiva nel ruscello Zaiman che attraversava il quartiere.
Le persone che si sono installate su questo terreno costruivano la propria “casa”, una baracca fatta con materiale di fortuna che trovavano: alcuni mattoni, assi di legno, lamiere, cartoni… Queste abitazioni erano di ridottissime dimensioni, costruite direttamente sul terreno che, in occasione di piogge, si trasformava in fango. Le varie aperture presenti sulle pareti (finestre) o sui tetti (lucernari) erano semplici fori senza alcuna protezione. Tutto ciò comportava, in caso di piogge, la presenza di notevole umidità che bagnava e faceva ammuffire i materassi. Queste abitazioni presentavano una situazione di alto rischio dovuto all’inclemenza del tempo subtropicale caratterizzato da forti temporali e da venti di elevata intensità, eventi che contribuivano alla distruzione di queste fragili abitazioni.

Non esistevano strade, c’era un’insufficiente rete di acqua potabile ed elettrica. Imperversavano invece malattie causate dalle precarie condizioni abitative ed igienico-sanitarie, e dall’inquinamento che caratterizzava il luogo. Mancavano totalmente i regolari servizi di tipo primario (polizia, asporto rifiuti, trasporti, medico…). In questo contesto vi risiedevano circa 420 nuclei famigliari capeggiati principalmente da donne con a carico un numero elevato di figli. Le donne lavoravano occasionalmente come venditrici ambulanti o domestiche; gli uomini, nella maggior parte assenti, lavoravano come facchini, manovali ma, per lo più, erano in eterna ricerca di un lavoro. In tutto questo, i bambini trascorrevano il loro tempo incustoditi per strada e le risorse racimolate dalle famiglie erano sufficienti soltanto per coprire una minima parte dei bisogni elementari necessari per sopravvivere.
Emilio Marchi arriva in questo contesto a metà degli anni ’80, subito dopo la fine della dittatura in Argentina. Qui decide di stabilirsi per cercare di aiutare una parte del suo popolo che viveva ai limiti della sopravvivenza.

“Il senso della vita” cambia per l’uomo in funzione della certezza di avere un luogo sicuro in cui rifugiarsi. Una struttura abitativa stabile gli consente di poter vivere in un determinato luogo e questa certezza è la base concreta che lo stimola ad agire in modo da ottenere: stabilità, protezione, sicurezza, intimità, realizzazione, convivenza.

Beneficiari diretti: 

0
famiglie
0
persone

Beneficiari indiretti: 

0
abitanti del quartiere San Jorge e di Garupà

Partner e implementatori del progetto: 

Jardin de los Niños ONG
Jardin de los Niños Onlus
Associazione Mondo Giusto
Comunità Economica Europea
Caritas Antoniana di Padova
Insieme si può di Belluno
Ministero delle Infrastrutture
di Misiones
Governo della Provincia
di Misiones
Sub-Unidad Provincial
de Coordinaciòn por la Emergencia
Secretarìa de Desarrollo Social
Asociaciòn Mensajero
de la Paz di Madrid
Iprodha (Ist. Provinciale
per lo Sviluppo Abitativo)

Il progetto

Assieme ad amici italiani e ad altri partner, prende avvio il progetto di costruzione di case in muratura, case di 50-60 metri quadrati (più del doppio rispetto ad una casa precaria), formate da cucina, bagno e 2 camere da letto. L’aspetto innovativo consiste nel metodo dello “sforzo proprio e aiuto reciproco” attraverso il quale ogni beneficiario della futura costruzione aiuta nella costruzione della sua casa e di quella dei suoi vicini e allo stesso tempo riceve l’aiuto di questi ultimi anche per la realizzazione della propria. Tutto questo con l’accompagnamento e la supervisione del personale dell’area sociale e tecnica dell’Associazione. Questa metodologia ha avuto un grande valore per ciascuno dei proprietari delle case, dato che l’aiuto reciproco ha reso possibile risultati notevoli per il poco tempo trascorso. Tutto il lavoro eseguito avveniva con la supervisione costante del personale della Provincia di Misiones che progressivamente dava il benestare per poter avanzare con le fasi successive di costruzione.
In alcune occasioni hanno partecipato al progetto di costruzione anche giovani volontari italiani chiamati ad aiutare soprattutto le mamme senza marito che altrimenti avrebbero dovuto sobbarcarsi da sole anche il lavoro pesante. I volontari sono sempre stati fondamentali nella vita di Jardin de los Niños perché, oltre a questo, si dedicavano anche a svolgere attività ricreative con i bambini con l’obiettivo di accrescere lo spirito di coesione, solidarietà e aggregazione fra queste famiglie, indispensabile per un sereno vivere fra loro.

Stato del progetto:  concluso

Approfondimento

Progetto di MIGLIORAMENTO DELL’HABITAT La costruzione di case in muratura

Risultati

In poco più di 20 anni sono state costruite 886 case: una prima fase ha permesso di coprire il fabbisogno delle 420 famiglie presenti sin dalle origini; mentre una seconda fase si è resa necessaria perché nel frattempo nuove famiglie sono venute ad installarsi e per loro sono state costruite altre 466 case a San Jorge e nella vicina zona di Garupà. Il progetto di costruzione delle case in muratura è stato accompagnato da altre azioni di miglioramento dell’habitat che in simultanea hanno permesso la realizzazione e costruzione:

  • di un impianto di distribuzione di acqua potabile per le singole abitazioni;
  • di una rete fognaria e servizi igienici nelle case;
  • della rete elettrica per le case e le vie pubbliche;
  • di rigoli e scarichi pluviali;
  • delle principali vie di comunicazione;
  • della costruzione di marciapiedi.

Di conseguenza tutto questo ha permesso la costruzione di scuole, asili, attività commerciali e sanitarie: gli abitanti di San Jorge hanno potuto uscire e vivere il loro quartiere dignitoso, come testimoniano Sandra e Teresa in questo video:

Intervista

Leggi l’intervista di Vincenta: questa mamma è stata intervistata da Ilaria Cappellari nel 2008, subito prima del trasferimento nella sua nuova casa appena costruita.

Il barrio San Jorge ora

Grazie a questo progetto, il quartiere oggi ha un volto diverso. La sua urbanizzazione e riqualificazione ha portato a cascata altri servizi a miglioramento della vita delle persone e ha incoraggiato anche le istituzioni a partecipare e a farsi carico dei suoi abitanti: da degradato e malfamato, ora San Jorge risulta essere un quartiere residenziale nonostante le sue difficoltà e le sacche di povertà all’interno. Data la vicinanza al centro di Posadas e ai servizi lì presenti, nel quartiere continuano ad installarsi nuove persone. L’80% circa del quartiere risulta essere urbanizzato ma il restante 20% è costituito ancora da una zona caratterizzata dalla presenza 200-250 famiglie che vivono in case precarie (in lamiera e cartoni), senza una rete fognaria, di acqua potabile e vie di comunicazione che rendono il luogo carente e non adatto all’abitabilità. Agli abitanti di questa zona si cerca di offrire assistenza tramite il progetto “Emergenza abitativa”.

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